Spugna Orecchio di Elefante - Spongia agaricina
La spugna Orecchia d’Elefante, (Spongia agaricina, Spongia lamella), ricorda una ciotola relativamente piatta. Nella parte inferiore si restringe, per formare il punto di attacco alla roccia. La misura va da 14 a 80 cm di diametro con uno spessore che va da 1 a 4 cm circa. Spugna Orecchio di Elefante Spongia agaricina intotheblue.it
È una specie endemica del Mar Mediterraneo che vive generalmente a profondità compresa tra i 15 ed i 50 metri, ma la possiamo trovare sino a 150 metri di profondità. L’esperienza delle immersioni fatte e le osservazioni mi fanno pensare che a profondità maggiori si possono trovare esemplari di dimensioni maggiori. Infatti in questo video realizzato tra i 72 e i 75 metri di profondità potete vedere una spugna orecchia di elefante di oltre 1 metro di diametro.
È una spugna molto elastica e compatta e per questo motivo è stata utilizzata commercialmente. Il colore superficiale e grigio più o meno chiaro a seconda dall’habitat in cui vive. Il colore interno è marrone chiaro, arancio e in alcune zone ha un colore rossastro. Inoltre è stata pescata, per il suo aspetto caratteristico, anche a scopo ornamentale e pertanto è diventata piuttosto rara; per questo motivo la Spongia agaricina è stata protetta dalla Convenzione di Barcellona.
I Poriferi o spugne sono animali sessili, cioè vivono attaccati sulle rocce dei fondali marini o sugli scogli. Essi formano il gruppo degli animali più primitivi e presentano una scarsa specializzazione cellulare. Il loro corpo, dalle forme più varie, è formato da tre strati: lo strato esterno funge da rivestimento ed è costituito da cellule appiattite dette pinacociti, quello intermedio contiene delle strutture di sostegno, dette spicole e infine quello interno delimita una cavità ed è formato da cellule dette coanociti. La struttura base delle spugne è un sacco, chiamato spongocele, con un’apertura principale, l’osculo, e numerosi pori nella parete. La parete è formata da due strati cellulari: il coanoderma e il pinacoderma.
Il coanoderma è lo strato interno; presenta cellule flagellate, i coanociti, che svolgono un ruolo fondamentale sia per la riproduzione sessuale che per l’alimentazione, la quale avviene per filtrazione di microrganismi e particelle alimentari sospese nell’acqua. Lo strato esterno, spesso vivacemente colorato, è detto pinacoderma ed è formato da cellule appiattite e strettamente appressate, dette pinacociti, che svolgono un ruolo di protezione e rivestimento. Tra il coanoderma e il pinacoderma è presente uno strato acellulare gelatinoso, il mesoilo o mesoglia, in cui si trovano diversi elementi cellulari, detti archeoblasti.
Le spugne sono, come gli altri metazoi, pluricellulari, eterotrofe, non possiedono parete cellulare e producono spermatozoi e ovocellule. A differenza di altri animali, non hanno veri tessuti e organi, e, generalmente, non hanno simmetria somatica. Le forme dei loro corpi sono adattate per la massima efficienza del flusso di acqua attraverso la cavità centrale, dove deposita nutrienti, ed esce attraverso un foro chiamato osculum.
Gli scheletri interni sono di spongina e / o formati da spicole di carbonato di calcio o silice. Tutte le spugne sono animali acquatici, in maggioranza marini e sessili e colonizzano ambienti che vanno dalle zone di marea alle profondità superiori a 8000 m. Analisi molecolari dal 2001 hanno concluso che alcuni gruppi di spugne sono più strettamente imparentati con gli eumetazoi (la stragrande maggioranza degli organismi animali) rispetto al resto dei poriferi. Tali conclusioni implicano che le spugne non sono un gruppo monofiletico, poiché l’ultimo antenato comune di tutte le spugne sarebbe anche un antenato diretto degli eumetazoi, che non sono spugne.
Si era ipotizzata, nel XX secolo, una loro origine filogeneticamente indipendente dagli altri phylum animali, secondo cui i poriferi si sarebbero evoluti da ceppi ancestrali di organismi unicellulari dotati di flagello (protozoi coanoflagellati) aggregatisi in colonie. Le prime testimonianze fossili della esistenza dei Poriferi risalgono a circa 570 milioni di anni fa (fine del Precambriano): i reperti di quel periodo, la cosiddetta piccola fauna dura (dall’inglese small shelly fauna), sono costituiti in gran parte da ammassi di spicole di poriferi, assieme frammenti o resti disarticolati di altri organismi quali molluschi, brachiopodi, echinodermi.
Quasi tutte le spugne posseggono una struttura scheletrica, l’endoscheletro, formato da spicole calcaree o silicee, o fibre proteiche (spongina) prodotte rispettivamente dagli scleroblasti (o sclerociti) e dagli spongoblasti, o (spongociti). La respirazione avviene attraverso le cellule, il ricambio continuo di acqua permette una continua ossigenazione dell’ambiente detta “respirazione cutanea”. Mancano di un sistema nervoso.
Sono filtratori e si nutrono di piccoli organismi e particelle organiche che fluttuano sospese nell’acqua. Il sistema di filtraggio è possibile grazie all’azione dei coanociti, cellule flagellate che, muovendosi ripetutamente, creano una corrente di risucchio che permette all’acqua di attraversare i pori, entrare nelle cavità della spugna e, in seguito, fuoriuscire dall’osculo. I coanociti sono muniti di un collaretto, estensione citoplasmatica composta da microvilli, che circonda il flagello ed imprigiona l’alimento. Le particelle catturate penetrano nel coanocita per essere trasferite agli amebociti del mesoilo, dove avviene una digestione intracellulare. Le spugne sono ermafroditi insufficienti.
La loro larva è detta anfiblastula, e possiede un polo di cellule grandi e non flagellate (macromeri) e un altro di cellule piccole e flagellate (micromeri); queste ultime daranno origine ai coanociti ed hanno inizialmente i flagelli rivolti all’interno della cavità; successivamente l’intera struttura si rovescia come un dito di guanto in modo da esporre all’esterno i flagelli dei micromeri (modalità di sviluppo simile a quella di alcune microalghe verdi d’acqua dolce come Volvox) e si fissa al substrato, non subendo poi grandi cambiamenti: non vi sono infatti organi veri e propri, e anche la differenziazione in tessuti è rudimentale. La riproduzione sessuale avviene tramite la trasformazione delle cellule coanociti, in spermi e/o uova. Gli spermi, liberi nell’acqua, verranno catturati da un altro individuo, tramite i coanociti che condurranno lo spermatozoo all’uovo. Questo tipo di riproduzione avviene solamente nel periodo primavera-autunno, a differenza della riproduzione asessuale.
La riproduzione asessuale avviene tramite la formazione di gemme, gemmule e propaguli. Le gemme si formano all’esterno del porifero, esse sono delle vere e proprie spugne in miniatura che staccandosi dalla “spugna madre” formano un nuovo individuo. Le gemmule invece si formano all’interno del porifero, esse sono composte internamente dagli archeociti, ed esternamente da particolari spicole che prendono il nome di anfidischi. La gemmula presenta un’apertura, il micropilo, dal quale fuoriusciranno gli archeociti una volta trovato un ambiente favorevole, che daranno origine ad un nuovo individuo. I propaguli (o larve corazzate) sono molto simili alle gemmule, si differenziano per la presenza di sei/otto/dieci stili e dal rivestimento di placche di natura silicea, denominate discotriene.
Una caratteristica dei Poriferi è la capacità di disgregazione-riaggregazione: se, ad esempio, una spugna viene disgregata con un setaccio si assiste ad una ricostruzione generale dell’organismo da parte degli amebociti. In natura questa capacità permette a questi semplici animali di dividersi in più individui e colonizzare maggiormente il substrato. Il phylum Porifera è composto quasi esclusivamente da specie acquatiche filtratrici, bentoniche e sessili (vivono ancorate al substrato), in prevalenza marine, diffuse in tutti i fondali, dai tropici ai poli, fino a profondità abissali. Le spugne d’acqua dolce, rappresentate dalla famiglia Spongillidae (Demospongie), abitano i fiumi ed i laghi di tutti i continenti (escluso l’Antartide). I Poriferi possono avere vita solitaria o costituire dense colonie che, come accade con le madrepore, diventano importanti habitat per comunità animali e vegetali. Infatti, le loro cavità possono ospitare numerosi organismi simbionti (come piccoli crostacei, alghe unicellulari, cianobatteri, funghi.
Una curiosa associazione mutualistica è quella che si instaura tra alcune specie di paguro e la spugna Suberites domuncula, che si accresce sulla conchiglia di gasteropode utilizzata come protezione dal paguro; in questo modo la spugna trae vantaggio ottenendo mobilità dal crostaceo ed evitando così di riempirsi di sedimento, mentre il paguro evita di essere predato grazie allo sgradevole gusto e odore del porifero. Inoltre la Suberites domuncula si accresce attorno al nicchio ed al paguro consentendogli di vivere tutta la vita all’interno della stessa conchiglia, evitando così di esporre l’addome molle ai predatori durante il cambio di conchiglia, inevitabile per chi non si avvale di tale mutualismo. I Crostacei del genere Spongicola vivono come commensali all’interno di Ialospongie ma, una volta cresciuti, rimangono intrappolati nella cavità della spugna che, in genere, ne ospita una coppia, costretta così a rimanere “fedele” per tutta la vita. Le spugne fanno parte della dieta di molti organismi marini (Pesci, Anellidi, Molluschi, Echinodermi, ecc.).
(articolo tratto da Wikipedia)
https://www.intotheblue.it/2022/03/03/elephant-ear-sponge/