Ostrica alata - Pteria hirundo
L’ Ostrica alata, Pteria hirundo è un mollusco appartenente alla classe Bivalvi ed alla famiglia Pteriidae. Le due valve sono disuguali e quella inferiore, a cui è ancorato l’animale, è più grande e incavata della superiore. Il mollusco ha corpo di forma tondeggiante, con i margini dei due lembi del mantello frangiati.
L’Ostrica alata si trova nell’ Atlantico orientale dall’Inghilterra meridionale all’Angola, nell’Atlantico occidentale dal Massachusetts alla costa del Brasile. Si trovano anche nelle acque intorno alle Azzorre e alle Isole Canarie. Vive ad una profondità che va dai 15 ai 300. Sono attaccate al fondale roccioso con il bisso, che produce filamenti molto lunghi, ma anche a coralli, alghe e Gorgonie a ventaglio. Nel mar Mediterraneo prediligono in particolare le Gorgonie come ad esempio la Paramuricea clavata perché sfruttano le correnti marine consentendo loro una migliore alimentazione.
Il guscio varia dal grigio giallastro a grigio chiaro, è solido ma fragile, il bordo è squamoso. Spesso le conchiglie mostrano anche bande radiali marrone scuro o anche rughe. La superficie della conchiglia è coperta da rughe concentriche e squame. Il periostraco è da marrone a marrone rossastro, spesso si sfalda, e può essere allungato in peli sul bordo esterno della conchiglia. Il lato interno è liscio e di colore madreperlaceo. Come tutti i bivalvi ha un guscio di carbonato di calcio.
Le valve, unite da una cerniera, si chiudono per azione di uno o due muscoli adduttori, formati da fasci muscolari lisci e striati in grado di chiudere le valve velocemente e permettere a queste di rimanere serrate per lungo tempo senza grande dispendio energetico. Insieme alla cerniera è presente un legamento interno che, contrariamente agli adduttori, tende ad aprire le valve.
Gli adulti hanno mobilità molto limitata e presentano adattamenti alla vita sedentaria bentonica: infatti hanno un piede non adatto alla locomozione che nelle specie che vivono semisepolte nel sedimento viene usato per scavare. La morfologia del piede, la muscolatura e la pressione dell’emolinfa coadiuvano l’inserimento dell’animale nella sabbia. Sono animali filtratori, in cui il capo non è differenziato ed il sistema nervoso è notevolmente semplificato.
Manca un vero e proprio cervello, ma sono presenti diversi gangli. I bivalvi posseggono chemiorecettori e meccanorecettori. Alcuni bivalvi, in particolare quelli di acque profonde, sono interamente privi di occhi; altri hanno occhi molto semplificati, in grado di percepire solo le variazioni di luce; altri infine hanno piccoli occhi anche molto complessi, ma la mancanza di un’adeguata struttura cerebrale rende improbabile che possano elaborare vere immagini.
La cavità del mantello corrisponde allo spazio tra le due parti dell’animale aderenti alle valve. Essa è attraversata da un flusso d’acqua che permette la respirazione e la nutrizione. Infatti le particelle alimentari sono trattenute da particolari branchie a forma di pettine, dette ctenidi, presenti in molti gruppi di molluschi. Nei bivalvi gli ctenidi sono sempre due; l’acqua viene incanalata ad essi tramite due sifoni, uno d’ingresso e l’altro d’uscita, che in alcuni casi (come per i Thraciidae) possono essere fusi alla base. La maggior parte dei bivalvi è a sessi separati.
(tratto da Wikipedia)
https://www.intotheblue.it/2022/01/04/ostrica-alata-pteria-hirundo/